E’ il cane il sex toy “vivente” più apprezzato da chi, a livello domestico, pratica la zooerastia, il sesso con animali.
Il fenomeno sta avendo una crescita esponenziale soprattutto tra le donne. Ma anche gli uomini non si fanno mancare niente. L’ultimo episodio scoperto, in ordine di tempo, racconta di una sodomia, avvenuta per strada a Bari, tra un uomo (difficile davvero usare questo termine per definirlo ndr) e il suo cane di famiglia, un dalmata. Ma i casi scoperti, in Italia, non si contano più.
Messi da parte i gadget alimentati a batterie, molte “signore bene” preferiscono addestrare i propri cani a compiere performance quanto meno discutibili. Per gli uomini “concludere” è assai più semplice.
Il problema? La zooerastia, in Italia non è considerata reato.
Anche se numerose associazioni animaliste, si stiano battendo da tempo per il riconoscimento del reato. Chi viene scoperto a compiere atti sessuali con un cane, con un animale in genere, intanto rischia solo da denuncia e comunque, al massimo, risponde di maltrattamento di animali Poca roba davvero tenuto conto che non si considera la violenza a cui le bestie vengono sottoposte specie quando si passa allo zoosadismo. Ed è del tutto inutile provare a giustificare ogni atto facendo ricorso alla mitologia greca e alle colpe della pornografia (certo genere di film si ispira a quanto accade nella realtà).
Una ricerca sulla sessualità condotta su internet in maniera anonima, fra l’ottobre del 2000 e il dicembre 2006, ha rilevato che l’11,3% degli intervistati si è dichiarato «interessato a provare il sesso con animali», il 6% «lo fa qualche volta» e il 4,1% «frequentemente». Il campione, a cui hanno partecipato circa 76,500 persone, era composto dal 67% di maschi, per il 31% da femmine, il 12.1% è sotto i 18 anni, il 55.0% ha un età compresa fra i 18 e i 30anni, il 32.9% ha più di 31 anni.