cocker cane da caccia
Il dott. Paolo Arbanassi nella rivista “Animali e Natura” fa una descrizione del Cocker Spaniel Inglese (ripresa poi in un libro edito da Sperling & Kupfer Editori), che nonostante l’assenza di qualunque tecnicismo descrittivo, risulta estremamente precisa. Partendo dalla diffusione della razza (siamo nella seconda metà degli anni ’70 e il Cocker in Italia è all’apice della sua popolarità) viene commentato e in pratica descritto tutto lo standard. La parte che si riferisce all’impiego sul terreno di questo stupendo cane da caccia è così affrontata: «… il codino è mozzo, e questo non per crudeltà, o per seguire una sciocca moda, ma perché il Cocker è un cane da caccia e la coda completa fornita d’una lunga frangia, sempre in moto, finirebbe per ferirsi e per procurare più pena che utilità al nostro amico. Il Cocker è un cane da caccia. Il suo stesso nome ve lo dice: deriva dall’inglese woodcock, la beccaccia. Certamente non sarò io, zoofilo convinto, a invitarvi a imbracciare un fucile per uccidere gli animali del bosco, gli uccelli del cielo, solo perché avete un Cocker. Possiedo questo cane da anni, ma non sono mai stato cacciatore ed è altamente improbabile che lo diventi in futuro. Pure vi consiglio caldamente di andare a caccia con il vostro Cocker. Senza fucile, beninteso. Fate come me. Appena potete, portate il vostro cagnolino in aperta campagna e permettetegli di correre, di inseguire i mille effluvi della selvaggina che giungono alle sue nari sensibilissime. Fatelo giocare alla caccia, insomma, e sarà un divertimento anche per voi. È uno spettacolo entusiasmante vedere il Cocker cercare la preda. Sembra impazzito, annusa il terreno tutto all’intorno con furia, muovendosi con mirabile agilità e rara eleganza sotto la spinta delle zampe piccole ma potenti. Non c’è ostacolo che riesca a fermarlo. Il suo corpo ha mille fremiti, il codino si agita incessantemente. Non occorre una campagna molto vasta, è più che sufficiente un fazzoletto di terra, purché ci siano erba e cespugli. Il Cocker in genere non s’allontana mai molto dal padrone, che preferisce tenere sempre sott’occhio, tuttavia sarà sempre raccomandabile insegnargli ad accorrere prontamente al richiamo. Tale sana forma di moto, non dovrebbe mai mancare al Cocker, cane generalmente piuttosto ghiotto e incline a ingrassare. Non badate alla pioggia, alla neve, al freddo. Il pelo è caldo e impermeabile, l’acqua non passa facilmente (sarà sufficiente asciugargli i piedini e non esporre l’animale, a riposo, a correnti d’aria). Tra la neve è addirittura felice, e il colmo della felicità lo raggiunge se può fare un bel tuffo in un laghetto, in uno stagno, nel mare, in una pozzanghera qualsiasi. Il Cocker, cane resistente, ama l’acqua. L’esercizio della caccia (senza fucile, tanto al cane non importa proprio nulla che spariate o meno) contribuisce magnificamente a mantenerlo in buona salute…».
Dovendo parlare del Cocker cacciatore, ci si potrebbe riferire a tutta una letteratura che va da Giulio Colombo o più recentemente a Giancarlo Mancini ma… poteva sembrare una posizione troppo di parte in quanto si tratta di persone la cui notorietà di pubblicisti è paragonabile a quella che hanno acquisito sul terreno di caccia. Fare riferimento al dott. Paolo Arbanassi significa ricercare un’obiettività di chi ha rispetto delle idee degli altri e soprattutto di chi rispetta il soggetto cane e in particolare il soggetto Cocker.
Una mia vecchia battuta è che… se il lavoro nobilita l’uomo, sicuramente nobilita anche l’amico dell’uomo; quindi è bene non disperdere il prezioso bagaglio genetico che caratterizza la psiche del nostro piccolo atleta. Teniamo però presente che anche quando il cane viene liberato in campagna, deve sempre rimanere sotto il nostro controllo e ciò si ottiene con un’educazione e un addestramento preciso. Per quanto riguarda l’educazione voglio solo chiarire che un cane ben educato fa felice sia il proprietario che gli amici di costui. Nell’educare, non bisogna mai essere nervosi o peggio ancora cattivi, però si richiede molta fermezza. L’addestramento invece è un po’ più mirato e in pratica, per il Cocker, si può esemplificare in 5 punti fondamentali: 1) Ritornare prontamente al richiamo; 2) Bloccarsi in posizione di seduto al comando “up”; 3) Se il conduttore indica una direzione il cane deve partire in quella direzione; 4) Riportare (sia da terra che dall’acqua); 5) Costante collegamento con il conduttore.
Accenniamo solo brevemente al primo punto. Bisogna cominciare presto, il prima possibile. Quando si ha tempo, chiamate ripetutamente a intervalli il cucciolo e premiatelo ogni volta che arriva (il premio può essere una carezza o una leccornia). Ricordatevi di usare sempre due toni di voce diversi: uno per chiamare e l’altro, ben distinto da questo, per il rimprovero. Quando poi si porta fuori il cucciolo, assicurate al suo collare una sagola (corda leggera), di circa 3 m, e lasciate che il cane arrivi a tendere la sagola. Ora chiamate (con il nome o con un fischio) e tirate a voi la cordicella: appena il cucciolo vi è vicino, premiatelo. Altri 20 o 30 metri di passeggiata e poi… si ripete. In poco tempo si arriva a un vero e proprio condizionamento. A questo pun-to bisogna favorire quelle occasioni che farebbero l’uomo ladro e nel nostro caso, il cane disubbidiente in modo da intervenire con il massimo controllo.
Giorgio De Bianchi