Alla scoperta della tua Etica Animale e dei diritti degli animali
2. Diritti degli Animali
“La diffusione del concetto [di diritti degli animali] al di là della nostra specie rischia di mettere a repentaglio la nostra dignità di esseri morali, che vivono nel giudizio l’uno dell’altro e di se stessi.” Roger Scruton (1)
In alternativa…
“… i diritti degli animali non devono essere solo un’idea, ma un movimento sociale per la liberazione degli esseri più oppressi del mondo, sia in termini di numero che di gravità del loro dolore.” Steven Best (2)
Cosa sono i diritti degli animali?
I diritti degli animali sono i diritti ad essere protetti dall’uso e abuso umano e possono assumere forme morali, giuridiche e concrete. Chi difende i diritti degli animali crede che non sia giusto utilizzare gli animali a nostro piacere, sia per scopi alimentari, che per l’abbigliamento, la sperimentazione o l’intrattenimento. I sostenitori dei diritti degli animali credono anche che dovremmo prendere in considerazione gli interessi degli animali, indipendentemente dal valore d’uso che essi possono avere per noi. Ma quali sono in particolare i diritti degli animali, come si relazionano con quelli umani e, soprattutto, gli animali dovrebbero avere diritti?
Origini dei diritti degli animali
Il concetto di “diritti umani” è spesso basato sul concetto di “diritti naturali”. Si presume che i diritti naturali ci siano stati donati da Dio o che l’umanità ne beneficiò quando viveva in uno “stato di natura” prima della civilizzazione o, ancora, che siano in qualche modo insiti universalmente in quei diritti applicati a tutti, automaticamente, indiscutibilmente ed irrevocabilmente. Nel 17° secolo il filosofo inglese John Locke fu tra i primi ad individuare alcuni diritti naturali prettamente umani: il diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà.
In effetti, i diritti umani potrebbero non essere naturali e neppure universali. Si potrebbe sostenere che i diritti sono solo ciò che le persone sono disposte a conferire a loro piacimento ad altri, la concessione di particolari benefici da parte di persone ad altre persone. La visione moderna generalmente sostenuta sui diritti umani è che essi sono:
· Naturali – chi governa non li può decidere.
· Universali – si applicano a tutti.
· Paritari – sono gli stessi per tutti.
· Inalienabili – non si può esserne privati.
I diritti sono di solito contrattati tra il governo di un paese e i suoi cittadini, come il diritto al voto, il diritto a un processo equo e il diritto alla libertà di parola, e variano da paese a paese. Molti Stati fanno dichiarazioni sui diritti dei propri cittadini, ma non sempre li garantiscono pienamente.
Le date più importanti per i diritti
· 1776 – La Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti riconobbe il diritto alla vita, alla libertà e il perseguimento della felicità. Questa fu la prima, più importante dichiarazione mondiale sui diritti umani.
· 1789 – L’Assemblea Nazionale Francese approvò i diritti per l’uomo comune, compresa la parità di fronte alla legge, le pari opportunità, la libertà dalla detenzione arbitraria, la libertà di parola e di religione, di sicurezza della proprietà e la tassazione commisurata alle capacità di pagamento.
· 1948 – Le Nazioni Unite ratificarono la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che sanciva più di due dozzine di diritti, compreso il diritto delle persone alla vita, alla libertà e all’istruzione, la parità davanti alla legge, la libertà di movimento, di religione e di associazione e il diritto all’informazione.
Per i progressi sulla dichiarazione dei diritti degli animali vedi sotto: Dichiarazione Universale degli Animali.
Teoria dei Diritti degli Animali
Ciò che è importante per gli animali, tuttavia, non sempre è importante per gli esseri umani. Pertanto, i diritti di cui necessitano gli animali non sono gli stessi diritti di cui necessitano gli uomini. Gli animali non hanno bisogno di uguaglianza davanti alla legge, libertà di parola, di religione o di equità fiscale. E neanche sono interessati al voto o all’accesso ad alti livelli di istruzione. Per questo motivo, sarebbe inutile e sciocco pensare di dare agli animali il diritto a questi benefici. Tuttavia, questo non deve impedirci di garantire agli animali i diritti pertinenti e appropriati.
Diritti appropriati agli animali possono essere quelli che si ritiene li facciano stare bene. Diritti importanti possono essere:
La motivazione per il conferimento di diritti agli animali è che gli animali sono, sotto molti aspetti, importanti quanto l’uomo. Gli animali sono creature senzienti. Sentono piacere e dolore, provano emozioni, ricordano, hanno aspettative e imparano, a differenza di ciò che accade ad una roccia o ad un sasso. Quindi, se si sostiene che gli esseri umani debbano avere dei diritti, per estensione si può sostenere che anche gli animali li meritino.
· Il diritto di vivere liberi, nel loro stato naturale;
· Il diritto di esprimere un comportamento normale (la ricerca di cibo, la pulizia, la costruzione del nido);
· Il diritto alla vita (vale a dire non essere uccisi per l’alimentazione o altri usi umani);
· Il diritto di riprodursi (passare i loro geni alla generazione successiva);
· Il diritto a scegliere il proprio stile di vita (ad esempio, non essere sottoposti ad esperimenti o utilizzati come intrattenimento);
· Il diritto di vivere liberi dal dolore provocato dagli esseri umani (la fame, la sete, la molestia, la paura, l’angoscia, il dolore, le lesioni o la malattia).
Se ritieni che gli animali abbiano tali diritti allora probabilmente non sei cosଠsicuro che gli animali debbano essere sfruttati e, in questo caso, hai il dovere morale di sostenere tali diritti e saresti moralmente scorretto se non lo facessi. Se gli animali hanno questi diritti, come si può giustificare, ad esempio, il fatto di mangiarli, di utilizzarli per sport o di recluderli nei giardini zoologici? In termini pratici, si dovrebbe vivere la propria vita di conseguenza, diventando, per esempio, vegetariani o vegani.
Posizioni etiche fondamentali sugli animali
Nella realtà, per quanto riguarda i diritti degli animali ci sono tre posizioni fondamentali: l’abuso, il benessere e la liberazione.
1. Abuso: gli animali non hanno status morale.
Questo è l’atteggiamento per cui non dobbiamo nulla agli animali ma possiamo usarli quanto e come ci piace. E’ la posizione tenuta da molte persone nei secoli passati ma anche attualmente, soprattutto in Cina e nei paesi limitrofi.
2. Benessere: gli animali hanno diritto al benessere.
Questo punto di vista sostiene che gli animali sono una risorsa per l’umanità, per cui dobbiamo trattarli con attenzione, ma l’uomo ha sempre la priorità quando vi è un conflitto di interessi. I “welfaristi” (dall’inglese welfare = benessere) riconoscono la necessità di utilizzare gli animali, ma cercano di alleviarne le ‘inutili’ sofferenze. E’ la posizione più comune in Occidente.
3.Liberazione: gli animali devono essere liberati. Questa è la posizione d’avanguardia: gli animali meritano uno status morale simile per certi versi allo status morale umano. Ci sono due tipi di liberazionisti ed entrambi vogliono abolire l’uso degli animali, facendo riferimento a spiegazioni morali o di altro tipo. I welfaristi più avanzati individuano l’abolizione dell’uso degli animali come obiettivo a lungo termine e nel frattempo cercano di alleviarne il più possibile la sofferenza con l’introduzione di misure di benessere concrete. La “linea dura degli abolizionisti” crede invece che l’introduzione di norme di benessere sia uno spreco di tempo e chiede l’immediata abolizione dell’uso di animali, poichè se non c’è abuso non è necessario preoccuparsi del loro benessere. I liberazionisti hanno uno stile di vita abbastanza diverso dalla maggior parte delle persone, poichè sono vegetariani o vegani e rifiutano prodotti e servizi basati sugli animali.
Per un confronto tra “Diritti degli Animali” e “Benessere degli Animali” vedi Diritti degli Animali o Welfarismo, in “Confronto tra filosofie animaliste”
Variazioni sul tema dei Diritti degli Animali
Il concetto di “diritto degli animali” ha diversi livelli di definizione. Quindi, per rendere ogni discussione significativa ed evitare fraintendimenti è necessario chiarire ciò che la gente ha in mente quando si parla di diritti degli animali. Per esempio, si possono distinguere tre punti di vista: assolutista, paritario e relativo.
1. Concezione Assolutista: si dovrebbero sempre proteggere i diritti degli animali, anche quando farlo può creare problemi.
Gli animali hanno valore in sè indipendentemente dal loro valore per l’uomo (cioè hanno un valore intrinseco, che prescinde dalla loro utilità per l’uomo) e non esistono solo per il tornaconto umano. Inoltre, l’umanità deve tutelare i diritti degli animali, anche quando farlo può essere svantaggioso per la società stessa. Ad esempio, non si dovrebbe fare sperimentazione sui cani per sviluppare un farmaco salva-vita per gli esseri umani, anche se ciò significa ritardare lo sviluppo del farmaco di alcuni anni. Questo punto di vista è sostenuto dagli animalisti estremisti.
2. Concezione Paritaria: si dovrebbe dare la stessa importanza a diritti analoghi degli animali e dell’uomo.
Gli animali hanno sicuramente almeno qualche valore in sè, a prescindere dai valori umani (hanno un qualche valore intrinseco), quindi devono essere trattati con rispetto. Inoltre, si deve dare pari considerazione ai diritti simili di animali ed esseri umani. Ad esempio, quando si prende una decisione morale circa le sofferenze di un cane e di un essere umano, non volendo che venga inflitto loro dolore, dobbiamo dare la stessa considerazione al cane come faremmo per l’umano. Se non siamo disposti a far soffrire un essere umano non dobbiamo far soffrire un cane. Questo punto di vista potrebbe essere adottato da persone che seguono una filosofia utilitaristica.
3. Concezione Relativa: si possono tralasciare i diritti degli animali, se c’è una buona motivazione.
Gli animali hanno sicuramente almeno qualche valore in sè, a prescindere dai valori umani (hanno un valore intrinseco), quindi devono essere trattati bene. Ma anche se si dovrebbe evitare di causare agli animali inutili sofferenze, i diritti degli animali sono relativi ai diritti umani, perciò possiamo annullare gli interessi (diritti) degli animali per il beneficio degli esseri umani, se c’è nè motivo. Per esempio, dovremmo utilizzare cani e scimmie per la ricerca e sebbene il loro benessere sia importante, quello degli esseri umani è più importante. Questo punto di vista può essere condiviso da chi sostiene il Welfarismo.
Non è necessario limitarsi a questi tre livelli quando si parla di diritti degli animali. Si possono dipingere tutte le sfumature, come l’ampliamento dei diritti degli animali ad animali apparentemente non-senzienti o all’intera natura inanimata o elaborare differenti definizioni dei diritti degli animali. L’importante è aver chiaro in mente ogni livello per rendere la discussione significativa.
I diritti sono una panacea?
I diritti dovrebbero essere assoluti se servono per proteggere gli individui, non possono essere sospesi o intaccati per adattarsi ai desideri di qualcuno. Tuttavia, a volte possono esserci casi in cui, per conflitti d’interesse, possa essere necessario scavalcarli. Ad esempio, potrebbe sembrare giusto uccidere alcuni individui per salvarne altri, come uccidere i topi che rovinano un raccolto per evitare una carestia, o abbattere predatori come volpi o coyote che si stanno cibando degli ultimi individui di una specie in via di estinzione. Come dobbiamo reagire di fronte a situazioni come queste? Si potrebbe reagire temporaneamente adottando una filosofia come l’Utilitarismo – utilizzata per ottenere il bene maggiore per il maggior numero di soggetti. Pertanto, dobbiamo essere consapevoli che i diritti non sono una panacea in grado di far fronte sempre a tutte le condizioni morali; ogni tanto dovremo cercare al di fuori del campo dei diritti per trovare altre soluzioni che ci guidino quando abbiamo a che fare con questioni morali.
Un altro problema che riguarda i diritti degli animali è che a volte si dice che essi abbiano un valore intrinseco – hanno un valore di per sè, a prescindere dal loro valore per l’uomo. In quanto animalista potresti affermare che tutti gli esseri viventi hanno dei diritti perchè hanno egualmente un valore intrinseco. Ma il valore intrinseco esiste veramente? Ed esiste indipendentemente dall’umanità? Il valore intrinseco può essere semplicemente una parte del sistema umano di valori che dà considerazione alle cose che non ne hanno o si ritiene che non ne abbiano. Se non si crede nel concetto di valore intrinseco, allora si può perseguire la liberazione animale tramite l’Utilitarismo, non attraverso i diritti degli animali. Come utilitarista potresti affermare che gli animali senzienti hanno diritti e, pertanto, nessuna specie (per es. l’umanità) è più importante di un’altra e bisogna dare pari considerazione morale ad ogni creatura che abbia diritti morali.
Sia la visione estremista che quella utilitarista concordano nel sostenere che la negazione dei diritti o di un uguale rispetto di interessi, sia specismo. Una differenza tra questi punti di vista è che per gli animalisti non si deve nuocere a nessun animale che abbia dei diritti, anche se il danno messo in atto può beneficiare la maggioranza, mentre, per gli utilitaristi, è permesso danneggiare animali senzienti se c’è una motivazione valida, ma lo stesso danno può essere perpetrato nei confronti degli esseri umani.
Dichiarazione Universale degli Animali
Le più alte sfere dei governi sono responsabili delle risposte sul benessere umano e sulla conservazione della natura. Questi argomenti sono discussi in riunioni internazionali e gli accordi presi tra le nazioni sono codificati con documenti vincolanti. La Convenzione dei Diritti del Fanciullo e la Convenzione sulla Biodiversità degli Stati Uniti ne sono esempi. Tuttavia gli animali non hanno alcuna protezione a livello mondiale, presumibilmente perchè sono una parte importante dello sfruttamento economico.
La mancanza di successo nella realizzazione di documenti vincolanti a livello internazionale sui diritti degli animali non è dovuta alla mancanza di voglia di provare. Si è cercato di individuare e far valere i diritti degli animali almeno a partire dal 18° secolo. Henry Salt (1851 – 1939) è conosciuto per aver scritto il primo libro sui diritti degli animali, pubblicato per la prima volta nel 1892 (3), in cui egli stesso riconobbe le basi del proprio lavoro in quello di John Lawrence (1753 – 1839) uno dei primi scrittori dei tempi moderni a trattare i diritti e il benessere degli animali. Lawrence, nel suo libro del 1796, A Philosophical and Practical Treatise on Horses and the Moral Duties of Man Towards Brute Creation (Trattato filosofico e pratico sui Cavalli e sui doveri morali dell’uomo nei confronti degli animali selvaggi), sosteneva che dobbiamo curare gli animali e che il diritto comune dovrebbe sostenere questo principio nella pratica (4). (Per maggiori informazioni su Salt e Lawrence vedi Capitolo 6.)
Il 20° secolo ha visto un certo numero di dichiarazioni a sostegno dei diritti degli animali. Forse l’evento più noto fu l’annuncio (5) nel 1978 da parte dell’Organizzazione per la Cultura, la Scienza e l’Educazione delle Nazioni Unite (UNESCO), della Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali. Tra le affermazioni della Dichiarazione troviamo quelle che sostengono che tutti gli animali hanno lo stesso diritto all’esistenza, che nessun animale deve essere maltrattato o sottoposto a crudeltà, che gli animali devono essere posti sotto la tutela della legge e che gli animali morti devono essere trattati con rispetto. La Dichiarazione, tuttavia, si è dissolta nel nulla prima che potesse raggiungere livelli significativi di approvazione internazionale.
Più recentemente, alcune organizzazioni mondiali molto importanti nel settore del benessere degli animali hanno avviato una campagna affinchè le Nazioni Unite adottino una nuova dichiarazione, questa volta in materia di benessere degli animali: la Dichiarazione Universale sul Benessere degli Animali. Perchè il benessere e non i diritti? Forse la definizione più soft di benessere è più facile da accettare, in modo tale che questa nuova dichiarazione abbia maggiore possibilità di essere approvata e di durare nel tempo.
Le organizzazioni animaliste che spingono per questa nuova dichiarazione prevedono che i paesi firmatari del documento riconoscano gli animali come esseri senzienti. Esse sperano che la loro Dichiarazione possa rendere la questione del benessere degli animali un importante problema globale, aprendo la strada ad accordi internazionali vincolanti sul benessere degli animali e accelerando la realizzazione di un accordo migliore per gli animali in tutto il mondo. La Dichiarazione sottolinea l’importanza del benessere degli animali come parte dello sviluppo morale dell’umanità. Ad oggi un certo numero di Stati membri delle Nazioni Unite ha creato un gruppo direttivo per far progredire l’iniziativa, ma la concretizzazione della Dichiarazione per gli animali dovrà affrontare un cammino lungo e tortuoso. Per farci un’idea, ci sono voluti trent’anni di impegno prima che le Nazioni Unite adottassero la Convenzione sui Diritti del Fanciullo.
Per un abbozzo della Dichiarazione Universale sul Benessere degli Animali, vedi Appendice 2.
Argomentazioni comuni pro e contro i diritti degli animali
Ascolta le argomentazioni della gente a favore e contro i diritti degli animali. Scomponile in semplici affermazioni e confrontale con quelle che seguono in modo da avere le idee più chiare per difendere la tua posizione.
1. Porre un limite
· Affermazione: se si concedono diritti agli animali anche gli insetti e le piante hanno dei diritti. Sarebbe assurdo.
· Smentita: i diritti degli animali comprendono solo gli animali senzienti (principalmente mammiferi e uccelli, ma anche specie di invertebrati avanzati come il polpo, Octopus vulgaris). E’ l'”Ecologia profonda” (vedi pagina seguente) che prospetta la possibilità di espandere i diritti a tutta la natura.
2. Dipendenza dagli animali
· Affermazione: dare diritti agli animali creerebbe gravi problemi alla società e imporrebbe difficili cambiamenti. Ogni uso di animali dovrebbe fermarsi e non saremmo più in grado di vivere una vita normale.
· Smentita: la maggior parte delle persone vuole dare agli animali diritti assoluti dove possibile e diritti relativi dove non sia possibile. L’importante è farlo con buone intenzioni e un’attenta considerazione.
3. Senso morale
· Affermazione: gli animali non hanno alcun senso morale quindi non hanno bisogno di diritti morali.
· Smentita: gli esseri umani dovrebbero essere a favore dei diritti degli animali, proprio perchè hanno una morale. Se gli animali hanno o meno una morale è una questione che non ci riguarda.
4. Comprensione
· Affermazione: solo le creature che comprendono che cosa sono i diritti possono trarne beneficio. Solo l’essere umano capisce cosa siano i diritti quindi solo l’essere umano può averne.
· Smentita: i bambini e le persone con gravi difficoltà mentali non riescono a capire i diritti, tuttavia non vengono loro negati. Pertanto non dobbiamo esimerci dal dare diritti agli animali solo perchè loro non possono comprendere.
5. Reciprocità
· Affermazione: il conferimento dei diritti implica reciprocità. Se si ha il diritto di non essere uccisi, si deve fare lo stesso con gli altri. Ma gli animali non possono ricambiare per cui non dovrebbero avere diritti.
· Smentita: i diritti degli animali riguardano il modo in cui l’uomo deve trattare gli animali e non il modo in cui gli animali devono trattare l’uomo. In ogni caso, per esempio, noi rispettiamo i diritti delle generazioni future non ancora nate che, come tali, non possono ricambiare.
6. Biologia contro Razionalità
· Affermazione: l’uomo uccide e mangia gli animali perchè evolvendosi, per sopravvivere, ha imparato a sfruttare l’ambiente. E’ quindi inutile anche solo prendere in considerazione i diritti degli animali che, invece, dobbiamo continuare a sfruttare.
· Smentita: a differenza di altri animali l’essere umano, al momento, non è controllato interamente dall’evoluzione biologica. Siamo in grado di riflettere su come dobbiamo agire e possiamo fare delle scelte su come comportarci. Pertanto, siamo in grado di comportarci moralmente e attribuire diritti agli animali.
7. Relazioni tra Specie
· Affermazione: abbiamo obblighi morali solo per i membri della nostra specie, perchè tutti i singoli membri sono strettamente connessi l’uno all’altro.
· Smentita: gli uomini e gli animali si distinguono solo per grado, non per tipo. Pertanto non possiamo tracciare una distinzione netta tra un’umanità titolare di diritti e un mondo animale a cui vengono negati.
8. Dolore e sofferenza
· Affermazione: gli animali possono provare il dolore e la sofferenza, e questo non significa che dobbiamo dare loro diritti, ma solo che non dobbiamo essere crudeli con loro. Possiamo trattare bene gli animali e dare loro un’adeguata protezione giuridica.
· Smentita: tutti i bambini hanno diritti in base alla Convenzione sui Diritti del Fanciullo delle Nazioni Unite, ratificata da quasi 200 paesi. Le persone con handicap mentale hanno diritti in quanto persone. E’ giunto il momento di ampliare la nostra sfera di compassione e comprendervi anche gli animali.
9. Esseri senzienti
· Affermazione: gli animali non sono senzienti. Essi non possono parlare, non hanno pensieri, sentimenti, desideri, emozioni o interessi. Pertanto i diritti degli animali non sono accettabili.
· Smentita: sappiamo che alcuni animali hanno idee e una qualche forma di linguaggio. Anche gli animali hanno sentimenti, come il bisogno di curare i propri cuccioli, la necessità di rimanere col proprio gruppo e di sentirsi bene e al sicuro. Pertanto, almeno questi animali meritano diritti.
10. Capacità mentale
· Affermazione: l’uomo ha capacità mentali maggiori degli animali, per cui uomo e animali non possono essere messi a paragone. Non è possibile accettare che gli animali abbiano dei diritti.
· Smentita: noi non usiamo o abusiamo di persone che sono gravemente ritardate o in uno stato vegetativo permanente. Molti animali hanno capacità mentali migliori di queste persone, di conseguenza anche agli animali devono essere riconosciuti dei diritti.